Abinsula: da start up a industria con 100 dipendenti
Abinsula, un'eccellenza sarda nel settore delle soluzioni software per l'automotive, nasce nel 2012 con 10.000 € di capitale ad opera di cinque ingegneri che decidono di lasciare Hakela, società del gruppo Saras, per inseguire una passione comune: sviluppare soluzioni nel campo web, mobile, smart tv e sistemi embedded.
Abinsula e l'automotive
"Ci davano per spacciati all'inizio della nostra avventura" - racconta Pierluigi Pinna, fondatore di Abinsula - "Nel 2012 eravamo in piena crisi economica e qui in Sardegna appariva a dir poco folle lasciare un impiego come il nostro. Per non parlare del fattore insularità: il fatto che fossimo in un'isola sembrava essere l'ostacolo più grande mentre, alla fine, si è rivelato del tutto ininfluente".
Oltre a Pierluigi Pinna, Abinsula è anche figlia di Andrea Sanna, Andrea Madau, Paolo Doz e Stefano Farina. Tutti ingegneri elettronici che hanno saputo guardare lontano, forti della possibilità di sfruttare l'ottimo serbatoio naturale di ingegneri elettronici e informatici sardi e la richiesta crescente di sviluppo software per il settore automotive da tutto il mondo.
"Siamo parte del Consorzio Genivi" - spiega Pinna - "di cui fanno parte importanti produttori di Auto come BMW, PSA Peugeot e Citroen, General Motors, Jaguar-Land Rover e produttori di componentistica per auto come Bosch e Magneti Marelli". La vera forza di Abinsula oggi è la capacità di ridurre il time to market, cioè i tempi che intercorrono da quando un cliente commissiona un prodotto a quando questo può essere immesso sul mercato.
Abinsula e l'agricoltura di precisione
"Oltre al settore automotive" - continua Pinna "siamo specializzati nell'agricoltura di precisione: riusciamo ad avere un elettrocardiogramma del terreno attraverso immagini satellitari scattate dai droni e il feedback di trattori intelligenti che analizzano il terreno. Il 90% dei clienti è fuori dalla Sardegna e il 40% all'estero. E anche questo dimostra che essere basati su un'isola non incide negativamente sulla possibilità di lavorare con il resto del mondo, se vendi servizi. Specie se hanno un'utilità strategica".
"Il settore del precision farming" - specifica Pinna - "è quello su cui puntiamo di più. Oggi tutti gli oggetti comunicano tra loro e far interfacciare le analisi del terreno con i rilievi significa anticipare le esigenze e facilitare gli interventi: crediamo che questo sia un nuovo paradigma di industria". Abinsula, oggi è un sole intorno al quale ruotano satelliti in crescita: Abissi, attiva nella cyber security, Abika, che fornisce piattaforme web alla Pubblica Amministrazione e tante partnership in start-up promettenti come Marinanow, U4fit, Footure Lab e Lifely.
Ha partecipato a un road show imponente nel 2017 che l'ha vista in prima fila in tutte le principali fiere di settore tra Barcelona, Lisbona, Las Vegas e Shangai. Nel giro di pochi anni, Abinsula è cresciuta passando da 12 a più di 100 dipendenti, avvalendosi anche del supporto di Confidi Sardegna, che l'ha affiancata con i propri servizi e prodotti, sia nella gestione finanziaria corrente che nell’accesso ai bandi pubblici, grazie alle fideiussioni rilasciate a favore degli Enti eroganti.
Nel 2016 ha vinto il premio come migliore start-up dell'anno, nel 2017 il premio come miglior start-up tecnologica e nel 2018 il "Parajo d'oro", un premio nato dall'idea di Francesco Sisini, fondatore della Settimana Enigmistica, destinato a istituzioni o personalità sarde che abbiano dato o diano lustro all’isola. La statuetta ritrae un obriere maggiore (n.d.r presidente) dei gremi e simboleggia la "sassareseria".
Il futuro di Abinsula? Sicuramente nel resto del mondo, ma con le radici saldamente radicate in Sardegna.