Il 35% delle PMI italiane ha mantenuto invariato il merito di credito durante la pandemia, dimostrandosi capaci di superare il periodo di difficoltà economica. La complessiva qualità economico-finanziaria durante la crisi Covid è comunque mutata, come si evidenzia dalla distribuzione delle aziende per classe di rating.
L’area d’analisi che ha risentito in modo più diretto gli effetti dell’emergenza sanitaria nell’esercizio 2020 è la redditività. Il blocco delle attività ha impattato direttamente sul fatturato delle PMI e, a cascata, su tutti i margini e i rapporti che rispecchiano la profittabilità delle aziende.
Un secondo forte indicatore degli effetti della pandemia è la distribuzione delle imprese tra quelle che hanno chiuso il 2020 in utile e quelle che hanno fatto invece fatto registrare un risultato d’esercizio negativo. Le PMI in perdita sono passate dall’11,7%
al 16,09%, quelle in utile viceversa si sono ridotte all’84%, dal precedebe 88%.
Le proiezioni fanno immaginare che le imprese più “deboli” potrebbero non usufruire dei benefici del rimbalzo misurato in termini di PIL.
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